Come nasce PosaBì

E se volete immedesimarvi nello stato d’animo che ha generato PosaBì, immaginatevi in una stanza appena illuminata, una notte autunnale, dove vi fanno compagnia l’odore di carta stampata, un Modigliani assaporato insieme ad un bicchierino di rum, e la voce in sottofondo di Ella Fitzgerald. 
Ho reso l’idea?

Era il 2014. Dopo una stagione estiva travagliata, le forze al lumicino, tanta confusione mentale, avevo decisamente il bisogno di fermarmi a riflettere. Mollare tutto o perseverare? Partire o restare? Le avevo davvero provate tutte? Fermo in macchina nei pressi del Lungomare, mi accorgo di un temporale in arrivo da sud. Mi apposto con il mio Manfrotto e lo scatto remoto. Imposto la Posa B e inizio a divertirmi a catturare fulmini. Un’ora, forse due, poi decido di rientrare a scaricare i raw.

Mentre inizio a fare un po’ di post-produzione, mi accorgo degli errori e constato per l’ennesima volta di non esser riuscito ad ottenere ciò che desideravo. Ma lo stato d’animo durante la sessione di scatto, ecco, quello ha un valore inestimabile. Fotografare sempre e solo su commissione può essere davvero deleterio, per questo motivo può essere utile provare a ritagliarsi una propria dimensione e trovarci appagamento personale. Un cavalletto solido e la Posa B per me equivalgono da sempre ad un mio momento di pausa, di relax puro, di vero divertimento. Uno dei miei hobby indiscussi.

L’idea è quella di riportare nella ragione sociale della mia attività la stessa passione e vocazione. E il mio primo nome, visto che qualcuno negli anni si è preso la licenza di abbreviarlo in Bì, appunto. Continuerò a scattare su commissione, è chiaro. Ma la mia PosaBì si prefigge di non snaturarsi per via di richieste capricciose. Prendere o lasciare! Questo è il suo stile, gli altri le sono ininfluenti. Grazie a chi deciderà di affidarsi ai nostri servizi, con la consapevolezza di puntare su qualcosa di unico, senza ombra di dubbio. Grazie a chi crede in noi e ci sostiene sempre.

Affettuosamente vostro, Bì.